La “Maledizione di Garibaldi”: l’Eroe dei due mondi usato dai britannici in piena guerra mondiale

Alcuni dei nostri personaggi più famosi, che tra l’altro hanno fatto non solo la storia italiana ma perfino quella mondiale, citiamo ad esempio Cristoforo Colombo, hanno spesso avuto particolari relazioni con le più importanti potenze globali della propria epoca. A volte, pensando a questi facoltosi italiani che hanno lasciato segni importanti in varie parti del globo, ci si riferisce erroneamente ad epoche molto lontane nel tempo, ma in effetti abbiamo “nomi di spessore universale” anche in tempi più recenti, ad esempio tra quelli ottocenteschi che portarono alla tanto contestata Unità d’Italia. Uno di questi, attrattore di accese polemiche, che ovviamente in questo caso non si vogliono alimentare, è l’Eroe dei due mondi. Ufficiale di mercantili, condottiero, militare, scrittore o semplicemente Giuseppe Garibaldi, probabilmente il compatriota più conosciuto in Europa dopo Leonardo e Dante, tanto noto ed apprezzato all’estero anche per la sua forte essenza rivoluzionaria.
Un personaggio eccentrico, rispondente ai canoni di un periodo di accesi scontri ideologici che avrebbero cambiato l’assetto di tanti paesi, attenzionato tanto dai politici di sinistra che da quelli di destra, dalle società operaie e sindacali come dalla facoltosa borghesia e dagli stessi militari, usato perfino come arma psicologica durante la Seconda guerra mondiale. Una passione palesata espressamente dagli anglosassoni che, con qualche clamorosa eccezione, la resero in modo chiaro e a volte poco ortodosso fino agli anni ’40 del ‘900.
Garibaldi, per molti in modo inopportuno, fu infatti personaggio particolarmente amato in Gran Bretagna dove, nel 1864, venne ufficialmente invitato a visitare il regno come una vera e propria superstar, inviandogli un piroscafo per render comodo il viaggio e, arrivato a South Hampton con il Sindaco ed una folla oceanica ad accoglierlo, onorato da militari e politici prima di esser portato a Londra con un treno speciale, poi bloccato per strada per ben sei ore da una marea di cittadini impazziti per la sua presenza! Un vero miracolo mediatico e politico in grado di raccogliere consensi sia dal mondo operaio sia da quello aristocratico, ritenuto uomo affascinante a tal punto da ricevere lettere segrete dalle facoltose dame londinesi durante il suo movimentato soggiorno nella “City”, osteggiato per invidia dalla Regina Vittoria che, comunque, riconobbe nel suo diario il valore di questo “italiano rivoluzionario”, di quel “Garribaldi” indicato nelle pagine segrete con un nome storpiato in segno di velato disprezzo.
Ma l’episodio più particolare, che pochi immaginerebbero a carico dei seriosi inglesi, è quello del dicembre 1940, si può dire a guerra appena iniziata, quando durante i primi bombardamenti su Genova e altre cittadine limitrofe, la RAF pensò di accompagnare agli esplosivi anche una speciale esortazione psicologica inviata con il più classico dei metodi dell’epoca: tanti bei volantini!
Parliamo della cosiddetta Maledizione di Garibaldi, un richiamo a sfondo iettatorio, davvero strano per la cultura anglosassone, che riprendeva in modo chiaro e speculatorio il discorso fatto dal “nizzardo” a Newcastle on Tyne nel 1854, durante la sua seconda visita nell’isola, partecipando ad una manifestazione sindacale organizzata da associazioni operaie locali cui prese parte una folta schiera di lavoratori arrivati da tutto il Paese. Proprio in quell’occasione, durante la quale ricevette in dono una spada finemente lavorata acquistata con una colletta generale, pronunciò il particolare discorso dal quale i vertici del Bomber Command e del Ministero della Guerra britannico mutuarono la particolare iattura sui cittadini liguri colpevoli di non rispettare le parole ed i dettami del proprio eroe.
Sebbene con intenzioni completamente diverse, nel 1854 Garibaldi aveva infatti esortato gli operai ed i cittadini a pretendere la libertà creando una società europeista in tal senso solidale, appellandosi quindi al mutuo soccorso continentale: «…se l’Inghilterra si trovasse un giorno a dover chiedere l’aiuto di un alleato, maledetto sia quell’italiano che si rifiuterà di difenderla…». Quale verso più utile durante un bombardamento sulle teste genovesi? Sui volantini, forse composti da un provetto sacerdote del malaugurio, i cittadini italiani furono tacciati di aver tradito il proprio compatriota, addirittura che «stavano combattendo contro la causa di Garibaldi» ma, ancor più, che «la maledizione si stava avverando e stava ai cittadini toglierla il prima possibile». Come? Beh «…la maledizione sarà tolta, ed una nuova era si aprirà per l’Italia, solo quando vi sveglierete e rovescerete coloro che vi hanno privato della libertà, che hanno disonorato il nome dell’Italia, che hanno indignato contro di voi tutto il mondo ancora libero e che vi hanno portato a morte e distruzione».
Ovviamente tutti gli enti amministrativi locali, quelli fascisti, quelli volontaristici, quelli militari e soprattutto la Polizia, si prodigarono per far sparire velocemente i dissacranti foglietti gettati come coriandoli sulla costa ligure, nel tentativo di controllare l’informazione e, soprattutto (consentirete la battuta), di evitare una siffatta gufata all’Italia. Può sembrare uno scherzo, ma la Maledizione di Garibaldi fu una seria operazione bellica britannica che oggi resta quale interessante curiosità dei primi mesi di conflitto, quelli in cui la vera tragedia della guerra non si era ancora pienamente palesata. La Seconda guerra mondiale, con le stragi, la povertà, la distruzione di vite e la deturpazione di tanti beni culturali, sarebbe arrivata, purtroppo, sulle ali d’acciaio dei velivoli americani a partire dal dicembre del 1942 e avrebbe cambiato per sempre il nostro Paese. Il mondo sta cambiando sempre più rapidamente, ma non possiamo permetterci il lusso di dimenticare cosa significò il ‘900 degli “uomini contro”.

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