Coronavirus, segnalati dieci casi di BA.2 in Italia sul portale internazionale di dati genomici
Le prime segnalazioni della ‘sorella’ della variante Omicron, indicata con la sigla BA.2, risalgono a metà dicembre in India, dove la variante del SARS-CoV-2 è diventata rapidamente dominante, e in seguito si è diffusa nelle Filippine, Singapore e Giappone. Nello stesso periodo è stata rilevata anche in Sud Africa e ha raggiunto l’Europa, dove le sequenze sono state identificate in alcuni Paesi scandinavi, fra i quali la Danimarca, in Gran Bretagna, in Germania e in Italia. Infatti, sul portale internazionale dei dati genomici (Gisaid), sono stati segnalati dieci casi italiani di BA.2. Questi si troverebbero in Lombardia, Piemonte, Liguria e Campania. La variante appartiene allo stesso ceppo della Omicron che conosciamo da tempo, ossia il B.1.1.529, ma si distingue per alcune mutazioni sulla proteina Spike, l’artiglio con il quale il virus aggancia le cellule. Per questo motivo, per distinguerla dalla prima versione della Omicron, è stata chiamata BA.2. Gli scienziati di Regno Unito, Austria e Danimarca stanno monitorando con attenzione un sottotipo di Omicron noto come BA.2, che potrebbe essere più contagioso della variante originale BA.1. Le prime analisi, secondo il Financial Times, sembrano suggerire che la sottovariante BA.2 potrebbe avere un «tasso di crescita aumentato» rispetto alla precedente forma di Omicron. L’agenzia invita però alla prudenza: esiste un «basso livello di certezza nelle prime fasi della comparsa di una variante». Il genetista viennese Ulrich Elling ha spiegato a un media nazionale che i due sottotipi BA.1 e BA.2 differiscono l’uno dall’altro circa del 50%. Mentre una metà del genoma è quasi identica in entrambe le varianti, l’altra cambia in modo significativo. Sono finora 426 i casi della sottovariante di Omicron sequenziati nel Regno Unito dall’inizio di dicembre a oggi. Al momento BA.2 non è stata denominata “variante preoccupante”, ovvero nella tipologia di rischio più alta per i nuovi ceppi del SARS-CoV-2 che vengono individuati. La Professoressa Christina Pagel, capo del dipartimento di ricerca del London University College, afferma che i dati provenienti dalla Danimarca hanno mostrato che il nuovo sottotipo appare particolarmente nelle persone che hanno ricevuto la dose booster di vaccino. «È un po’ strano» ha scritto su Twitter «che in Danimarca contagi e ricoveri ospedalieri stiano ancora crescendo anche se sono partiti nel medesimo tempo del Regno Unito» e hanno somministrato più booster. È colpa forse di BA.2, che rappresenta ora la causa del 50% dei contagi?