Consorzio di bonifica: una gabella da eliminare

Durante le ferie dello scorso agosto, trovandomi a mettere un po’ di ordine tra ritagli di giornali, che da tempo raccolgo, me ne è capitato sotto mano uno dal titolo “Consorzio di bonifica: una gabella da eliminare”, recante la data 21 giugno 2006; si tratta propriamente di una lettera inviata da tre lettori di Napoli ad Antonio Lubrano che curava la rubrica “Ditelo al Mattino”. I tre lettori napoletani così si lamentavano: “Noi mal digeriamo questa gabella, anzi, … ci è proprio indigesta e non riusciamo proprio a comprendere come mai la Regione Campania, attraverso i consorzi di bonifica, pretenda questo assurdo contributo. … Allora, che cosa si aspetta a cancellare questa imposta che, tra l’altro, colpisce solo una piccola parte di sfortunati cittadini? Nella sua risposta, il dott. Lubrano definisce la gabella un odioso tormentone e un vero sopruso; riferisce poi che nell’arco di sei anni aveva ospitato un solo “pro” e tanti “contro”. “L’unico pro fu di un dirigente di uno degli innumerevoli consorzi sparsi per l’Italia che tentò di giustificare la tassa elencando una serie di improbabili servizi resi alla comunità”. Precisa poi che questa tassa non colpisce tutti ma solo taluni abitanti di ben sei regioni: Campania, Lazio, Puglia, Marche, Toscana e Veneto, per somme talora minime. E ancora: “Si ignora il numero dei consorzi esistenti … Essi nacquero agli inizi del 900 quando l’Italia era ancora afflitta da zone paludose;” la materia fu regolata nel 1933 e i consorzi odierni si attaccano alla legge di quell’anno per pretendere la gabella. Ed ora qualche considerazione personale sull’argomento. Ancora non sono riuscito a capire come viene stabilita la somma da versare; inoltre non so perché alcuni cittadini sono soggetti a questa gabella e altri che abitano in un’altra strada dello stesso paese sono esenti! Alcuni anni fa, il Comune di Pignataro Maggiore certificò che il Consorzio di bonifica del Volturno per almeno dieci anni non aveva realizzato nel territorio di detto Comune nessuna opera di bonifica, per cui molti cittadini fecero ricorso contro quella tassa; ma per alcuni il ricorso fu accolto, per altri no: per cui questi ultimi furono “cornuti e razziati”! (rimettendoci anche le spese per il ricorso). Per concludere, si invita qualche politico campano a prendere a cuore tale problema, affinché i cittadini vengano finalmente liberati da questa ingiusta tassa, dal momento che già tantissime altre ce ne sono da pagare!!!

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