La Diocesi di Caserta presenta il libro “L’età da inventare” di S.E. Mons. Vincenzo Paglia

Alle ore 17.30 di oggi, 4 febbraio 2022, la Diocesi di Caserta nel Teatro “Buon Pastore” di piazza Pitesti, Caserta, presenterà il libro di S.E. Mons. Vincenzo Paglia “L’età da inventare” con il sottotitolo “La vecchiaia fra memoria ed eternità” pubblicato per Piemme da Mondadori nel mese di ottobre 2021 per la Collana “Religione e Spiritualità”. Con l’Autore ne discuteranno lo scrittore-giornalista Lorenzo Calò, il Procuratore Capo di Perugia Raffaele Cantone e impreziosirà ulteriormente l’evento l’intervento del Vescovo di Caserta S.E. Mons. Pietro Lagnese. Il reading sarà curato dall’attore Pierluigi Tortora, la parte musicale dall’Istituto Statale di Istruzione Scuola Superiore “Terra di Lavoro” di Caserta, il Web e le interviste dall’Istituto Tecnico Industriale Statale – Liceo Scientifico “Francesco Giordani” di Caserta e l’organizzazione dalla Dirigente scolastica Antonella Serpico e dal Dottore Ulrico Isernia.
Mons. Vincenzo Paglia, già Vescovo della Diocesi di Terni; laureato in Teologia, Filosofia e Pedagogia; di recente è stato nominato Presidente della Pontificia Accademia per la Vita ed elevato alla dignità di Arcivescovo; è Consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio, nell’ambito della quale è impegnato nell’Associazione “Uomini Religiosi”. Per il suo impegno per la pace ha ricevuto il Premio “Gandhi” dall’UNESCO e il Premio “MARIA TERESA”. Giornalista e scrittore, è un profondo studioso di tematiche sul dialogo fra credenti e laici nonché autore di libri a carattere religioso, pastorale e sociale e tra questi si citano “Pandemia e fraternità”, “Vivere per sempre”, “Sorella morte – La dignità del vivere e del morire”, “Ad un amico che non crede”, “In cerca dell’anima – Dialogo su un’Italia che ha smarrito sé stessa”.
Mons. Paglia da anni si occupa delle persone anziane e nel libro “L’età da inventare – La vecchiaia fra memoria ed eternità” analizza sapientemente tematiche e problematiche afferenti alla vecchiaia e presenta della stessa una visione penetrante e innovativa.
Il libro “uscito” il 19 ottobre 2021, periodo pandemico con migliaia di anziani morti, tratta un tema di stringente attualità e, purtroppo, ancora oggi non adeguatamente considerato ed è indirizzato a tutti, credenti e non credenti, è ben documentato, con cifre ed analisi, con riferimento ad autorevoli studi e mirati interventi. Ma soprattutto presenta sul tema della “vecchiaia” una visione sociale e politica lucida che risulterà sempre più un elemento centrale per il numero crescente di anziani in Italia.
Mons. Paglia, forte del convincimento che la vecchiaia per la persona è diventata un tempo importante della sua esistenza ed essa si presenta oggi, in mancanza di modelli, come un’età da inventare compie una disamina di personaggi celebri che hanno dato un contributo al progresso dell’umanità quali San Tommaso d’Aquino (1225 – 1274), Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791) ed Emily Dickinson (1830 – 1866) che non hanno superato limiti di età che oggi consideriamo non solo normale raggiungere e superare, ma soprattutto vivere come fossero anni di piena attività.
Sul concetto temporale di “vecchiaia” l’Autore scrive che “Per alcuni è rassegnato passaggio verso anni di decadimento, inoperosità forzata e solitudine. Per altri una lontana minaccia di sfuggire con l’aiuto di pratiche salutistiche e attività appaganti. Comunque la si viva, la vecchiaia spesso fa paura o porta con sé la malinconia del tramonto”.
Mons. Paglia recentemente alla suggestiva e significativa domanda “Qual è il grande dono della vecchiaia alle generazioni più giovani?” ha risposto in piena sintonia con quanto socializzato, analizzato, criticato e proposto nel libro: “Una nuova coscienza generazionale può e deve sorgere, svilupparsi e diffondersi anzitutto tra gli stessi anziani. La vecchiaia non è più un periodo residuale della vita, una lenta e mesta cerimonia di congedo, una categoria omogenea dai bisogni omogenei, ma un grande e variegato continente dell’umanità con orizzonti insperati e insospettabili: ci sono coloro che continuano a lavorare, viaggiano, si contendono con i giovani spazi di intervento e coloro che sono invece emarginati, malati, soli e non auto-sufficienti. In questo modo i più giovani torneranno a guardare ai loro nonni con interesse, fiducia e speranza”.

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