Convegno sulle produzioni di qualità nella nostra Provincia

Nel salone dell’Associazione socio culturale Dea Sport Onlus si è svolto un convegno sulle produzioni di
qualità nella nostra Provincia. Al tavolo dei lavori , oltre al Direttivo dell’Associazione ed ai numerosi soci, si notavano due esperti del settore: il sommelier Vittorio De Angelis e lo chef Antonio Malinverni i quali hanno trattato i seguenti argomenti: la produzione del vino, la mozzarella, le castagne e la mela Annurca. Dalla loro esposizione abbiamo appreso che nella nostra provincia produciamo tre vini di qualità eccelsa: l’Asprino di Aversa, il Falerno di Mondragone ed il Galluccio. L’asprino fu diffuso per opera del principe Roberto D’Angio’ ed è un vino leggero e molto ricercato; il Falerno era il vino apprezzato nell’antica Roma. Si racconta che alle falde del monte Massico, il dio pagano Bacco apparve ad un agricoltore di nome Falerno che offrì alla divinità latte, miele e frutta. Bacco apprezzò il dono e trasformò il latte in vino che Falerno bevve con avidità tanto che si addormentò profondamente. Al risveglio notò che nel terreno di sua proprietà era cresciuto un ampio vigneto. L’area di produzione del Falerno si estende da Sessa Aurunca a Mondragone  e da Falciano del Massico a Carinola; mentre i vitigni del vino Galluccio comprendono Mignano, Rocca D’Evandro, Tora e Piccilli e Galluccio. Nelle stesse zone si producono: la mozzarella, le castagne e la mela Annurca. La prima produzione di mozzarella risale al 1570 ad opera di un cuoco della corte papale il quale lavorava a mano piccoli caci che egli chiamava “mozza”, in seguito detti mozzarella. Per le castagne si racconta che il monaco francescano S: Bernardino da Siena, giunto in visita al monastero della Madonna dei Lattani in Roccamonfina, fissò nel terreno un bastone di castagno che, dopo alcuni mesi, diede i primi germogli. Fra le varietà di castagne ricordiamo: la napoletana , la “paccuta” e la lucida. Le aree di produzione sono Roccamonfina , Marzano Appio e Sessa Aurunca. Il luogo di origine della Mela Annurca è l’Agro puteolano come si legge nella “Naturalis Historia “di Plinio il Vecchio. Secondo un’antica convinzione Pozzuoli era la sede degli Inferi e Plinio chiamò la mela “Mala orcula” perché prodotta intorno all’orco (cioè gli inferi): Da qui il nome Anorcola che si trasformò in Annurca. Tale frutto è coltivato in tutta la Campania, particolarmente nell’area Flegrea, Maddaloni, Aversa, Formicola,Valle Caudina, Teano Telese e il Taburno

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