Le brutture della guerra

Alle ore 24 del 12 ottobre 1943, su ordine del Generale Clark, iniziò la battaglia sul Volturno: 600 cannoni tuonarono lungo tutto il fronte e la pioggia di proiettili durò più di un’ora. I tedeschi appostati sui monti circostanti combatterono fino all’ultimo uomo nel tentativo di fermare le Forze Alleate presso la “Linea Victor”. Dal Monte Rageto otto cannoni a lunga gittata, disposti nello spazio antistante il Convento, abbattevano i ponti che i genieri americani costruivano sul fiume in piena. Annientate le difese tedesche, alle ore 4,45 del 14 ottobre 1943 le truppe Alleate del 30° Fanteria, la 61° Divisione , il I°, II° ed il XIV Battaglione di Fanteria attraversarono il fiume Volturno in località Squille presso Castelcampagnano, utilizzando canotti e battelli di gomma. La battaglia era durata 30 ore con grave perdite da ambedue le parti. Per i Tedeschi iniziò la ritirata e alle ore 9 del 17 ottobre 1943 un soldato inglese della  56° Divisione comandata dal generale A.H. Graham, entrava in Bellona, percorrendo Via Regina Elena, salutato dagli applausi di numerosi bellonesi accorsi. Nei pressi della masseria De Crescenzo, in Contrada Cesa, alle falde del Monte Grande, fu notato un soldato tedesco della Divisione Goering che, con la divisa a brandelli, se ne stava seduto poggiando la schiena al tronco di un’antica quercia. Il militare fu catturato da un paracadutista della Divisione Folgore e condotto in Piazza Umberto I dove accorsero molti bellonesi. I due si fermarono presso il bar Diaz e sul volto emaciato del prigioniero si notava la lunga barba e la stanchezza delle notti trascorse in battaglia. Il tedesco mostrava al paracadutista le foto dei suoi cari ed in un italiano stentato aggiungeva:”Questo essere mio bambino, non ammazzare me. Io soldato, ora tuo prigioniero”. La folla osservava in silenzio mentre copiose lacrime bagnavano il volto del Tedesco. Il Comando Alleato, ubicato nel palazzo Marra in via XX settembre, appresa la notizia, inviò due graduati per prelevare il prigioniero e consegnarlo alle Autorità Militari. In Piazza Umberto I , nei pressi dello stesso bar Diaz, il 15 ottobre 1943 i tedeschi avevano fucilato il Capitano di Finanza Alberto Pinto in procinto di ritornare dai i suoi cari dopo mesi di inenarrabili sofferenze. Il suo corpo fu gettato nella cisterna del palazzo Liguori, in Piazza Umberto I, e, dopo alcuni giorni, la pietà di alcuni cittadini provvide a dargli sepoltura nel Cimitero Comunale. I familiari del Capitano, appresa la notizia, giunsero a Bellona per traslare il corpo nel Cimitero della Città. In seguito suo figlio Ennio, si impegnò, in segno di riconoscenza, affinché l’Amministrazione Comunale di Caserta intitolasse una strada ai 54 Martiri di Bellona, La strada è nei pressi della caserma dei Vigili del Fuoco, lungo la via Appia, tra Caserta e Casagiove. Gli Amministratori Comunale di Caserta, all’unanimità, decisero di intitolare lo stadio di calcio al loro sfortunato concittadino, il Capitano Alberto Pinto.                  

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