Scandalo cassa edile

La Segreteria della Cisas, in merito allo scandalo con arresti di dirigenti ed impiegati, avvenuto lo scorso mese alla Cassa Edile di Caserta, raccogliendo gli interventi pervenuti da parte di imprenditori e di lavoratori, si chiede come mai il Presidente ed i vari Amministratori della Cassa Edile non abbiano sentito il dovere di far conoscere alla opinione pubblica il loro pensiero su quanto accaduto e perché collettivamente o singolarmente non abbiano sentito il dovere di dare le loro dimissioni. La Segreteria della Cisas e la Federazione Cisas-Edili ritengono doveroso, visto anche il silenzio in materia della Sezione Costruttori e della stessa Unione Industriale, lo scioglimento del Consiglio di Amministrazione della Cassa Edile con la nomina di un Commissario, al di fuori dell’ambiente, affinchè si possa riportare legalità alla Cassa Edile e serenità al Settore interessato delle Costruzioni, che si lamenta. La Confederazione Cisas e la Federazione Cisas-Edili invitano chi deve doverosamente intervenire a farlo al più presto, senza continuare nelle omissioni sinora verificatosi, visto che la Cassa Edile svolge anche un delicato lavoro di certificazioni con gli Enti Pubblici. Tutti sapevano, da tempo, cosa avveniva nella Cassa Edile, ma tutti tacevano. De Florio, segretario regionale della Cisas, che già 45 anni fa si interessò della gestione della Cassa Edile, ricorda che la Cassa Edile, istituita 50 anni fa, incominciò subito ad operare. Doveva essere gestita paritariamente dagli industriali e dai sindacati, con Presidente un industriale del settore e con sede presso l’Unione degli Industriali, da dove in seguito fu spostata. Compito della Cassa Edile era di assistere le Aziende ed i lavoratori del settore costruzioni, allora – nel 1961 – il primo settore trainante della Provincia di Caserta. Venne anche, poi, aperta un apposito Centro per le Maestranze Edili nel vicino Comune di Macerata Campania. Dopo qualche anno, la Cassa Edile divenne centro di potere, nonchè di spartizione dei posti impiegatizi presso la stessa Cassa Edile, il cui accesso venne di fatto riservato ai figli e familiari dei dirigenti, industriali e sindacali della Uil, Cgil e Cisl. Il nuovo Statuto, il Codice Etico e la Carta dei Valori Associativi della Unione Industriale allora non esistevano. Pur avendo avuto vita nell’Aprile 1999,  non sono serviti a cambiare le cose. I costruttori hanno continuato a pagare obbligatoriamente le loro quote per avere attestazioni dalla Cassa Edile, mentre i lavoratori, anche quelli appartenenti a tutti gli altri Sindacati, obbligatoriamente divenivano aderenti della sola triplice, che gestiva la Cassa Edile. Questa anomalia e questa scorrettezza di comportamenti fu fatta rilevare alla Unione degli Industriale, oltre 40 anni fa, dal Segretario Provinciale dell’allora Cisnal, Mario De Florio, che contestò la esclusione della Cisnal, notoriamente allora il terzo sindacato fra i solo quattro allora presenti in Provincia (Cisl, Cgil, Cisnal ed Uil), pur vantando la Cisnal numerosi lavoratori del settore edilizia, nonché una rappresentativa Federazione Provinciale Costruzione. Nulla è cambiato, continuando la gestione Industriali – Triplice, che – successivamente nel tempo – è divenuta allegra, personale e familiare. Ciò che avveniva alla Cassa Edile di Caserta non poteva sfuggire al Presidente, agli Amministratori, all’intero personale ed al suo direttore, nonchè alla stessa Unione Industriali, i quali ora fanno finta di niente, ma tutti sapevano e lasciavano fare. La Segreteria della Cisas ritiene che il coperchio sulla pentola ben piena della Cassa Edile vada del tutto tolta. La pentola va  “scoperchiata” del tutto e che tutto il consiglio della Cassa Edile vada sciolto, specie alla luce del provvedimento della Magistratura, che potrebbe ipotizzare anche una organizzazione a delinquere per fini truffaldini.

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