Commemorato l’Eccidio dei 54 Martiri

Nel Mausoleo Ossario si è svolta la commemorazione del 68° Anniversario dell’Eccidio dei 54 Martiri. Alle ore 9.30, dopo la deposizione di una corona di alloro presso la lapide che in piazza Umberto I ricorda i caduti di tutte le guerre, un corteo composto dalle Autorità Civili, Militari e Religiose, dai gonfaloni dei Comuni della Provincia di Caserta e da quelli di altre Istituzioni, percorreva la storica Via 54 Martiri per raggiungere il Mausoleo Ossario. Alla cerimonia erano presenti il Sindaco di Bellona Giancarlo Della Cioppa , il Presidente della Provincia di Caserta Domenico Zinzi, l’Arcivescovo di Capua  S.E. Mons. Bruno Schettino, l’On.le Riccardo Villari Sottosegretario ai Beni Culturali, il Sostituto Procuratore di Napoli Cafiero Derau Federico, il rappresentante dell’Ambasciata Americana di Roma Col. James Sharkay, il generale Guido Landrini per lo Stato Maggiore della Difesa, il Procuratore Militare di Napoli Giudice Antonio Sabino, il Segretario generale dell’ANFIM Aldino Lombardi, i militari dell’Arma Aeronautica, dell’Esercito, della Finanza, della Marina ed i Sindaci dei Comuni viciniori.
Dopo l’onore ai Martiri e la deposizione, da parte di due corazzieri, della corona di alloro inviata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si succedevano i tradizionali discorsi delle Autorità e al termine il consueto appello dei Martiri letto da Valentina Nardone zia del giovane  Martire Valentino Nardone   Fin dalle prime ore del mattino, come accadde nel fatidico 7 ottobre 1943, dal cielo scendeva una leggera pioggia fugata, dopo alcune ore, da un pallido sole. Ma alle ore 11, un improvviso scroscio di pioggia non permetteva a S. E. Mons. Schettino la celebrazione della S. Messa. Il porporato, sfidando la pioggia, non trascurava di rivolgere una preghiera e di benedire la cava che, la mattina del 7 ottobre 1943, raccolse i corpi martoriati. Nel suo complesso la cerimonia si è svolta con la mestizia di sempre, ricordando il sacrificio di 54 innocenti originato dal lancio di una bomba a mano che uccideva un soldato tedesco ferendone un secondo. Da ciò scaturì una feroce rappresaglia da parte dei nazisti che raccolsero nella Cappella di S. Michele circa 200 uomini condotti, a gruppi di dieci, presso una cava di tufo dove un mitragliere, nascosto dietro una siepe, li uccideva. I corpi, caduti nella cava, erano ricoperti da terriccio fatto franare con bombe a mano lanciate dai tedeschi che, alcuni giorni dopo, lasciavano Bellona.                              

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