Il Delegato ai Grandi Eventi alla cerimonia in memoria delle vittime di Sparanise

Dopo quindici giorni dall’Eccidio dei 54 Martiri, avvenuto a Bellona il 7 ottobre 1943, nella pacifica città di Sparanise i nazisti, il 22 ottobre 1943, uccisero 39 inermi cittadini. Sono trascorsi 68 anni e, come quelli di Bellona,  anche i colpevoli di Sparanise sono rimasti purtroppo impuniti, né si è riusciti a conoscere i particolari che furono l’origine dell’impietosa carneficina. L’Amministrazione Comunale di Sparanise, ogni anno, è presente con il Gonfalone della Città alla cerimonia che commemora l’eccidio di Bellona e, ogni anno, il Sindaco di Bellona Giancarlo Della Cioppa presenzia alla manifestazione o invia un suo rappresentante. Quest’anno, il Delegato ai Grandi Eventi Domenico Valeriani, in sostituzione del Sindaco assente per precedenti impegni istituzionali, ha partecipato alla cerimonia accompagnato da due Vigili Urbani, in alta uniforme, che recavano il Gonfalone della Città decorata con Medaglia d’oro al Valor Militare. Come la tradizione richiede, la cerimonia di Sparanise è iniziata in Piazza Giovanni XXIII con il raduno dei Gonfaloni di tutti i Comuni e la deposizione di corone di alloro al monumento dedicato ai Caduti di tutte le guerre. Al termine si formava un corteo che percorreva Via De Renzis e Via Martiri 22 ottobre per raggiungere la chiesa dell’Istituto “Padre Semeria” ed assistere ad una S.  Messa in memoria dei 39 cittadini di Sparanise. Del corteo facevano parte il Sindaco di Sparanise Mariano Sorvillo, Autorità Militari, Civili  e Religiose. Il Sindaco così concludeva il suo intervento: "E’ nostro dovere rispettare la memoria dei nostri 39 cittadini vittime innocenti di un efferato eccidio che dimostra come l’uomo può trasformarsi in crudele carnefice. Il sacrificio dei nostri concittadini e di tutti quelli di altri eccidi avvenuti in Italia, siano di monito affinché le mostruosità della guerra non si ripetano e nell’animo dell’uomo prevalga quel sentimento di “cristiana pietas” che ci fa sentire tutti fratelli”.               

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