Car telesoccorso, blitz di Striscia.

I camper supertecnologici, dotati di attrezzature d’avanguardia, analisi e diagnostica, finora non hanno visto nemmeno un paziente
Piedimonte Matese (Caserta). Per tre “car Telesoccorso” fermi da anni nel parcheggio del nosocomio di Piedimonte Matese è arrivata martedì mattina la troupe di Striscia la Notizia capitanata dal duo pugliese Fabio e Mingo. L’incursione degli inviati del tg satirico è stata organizzata dal giornalista freelance di Caiazzo Giuseppe Sangiovanni, collaboratore di trasmissioni Rai e Mediset nonché punto di riferimento in Campania di Fabio e Mingo. “Negli ultimi due mesi -sottolinea Sangiovanni- ho ricevuto numerose segnalazioni riguardanti i tre camper non utilizzati, ma ho atteso il momento buono (ndr.: casi di malasanità) per pianificare l’incursione”. Qualcuno si aspettava un blitz dei Nas -o qualcun altro, ad arte, aveva messo in giro voci del loro imminente arrivo- per “intercettare” l’intervistato Sandro Accinni, direttore sanitario dell’ospedale. Un progetto ambizioso, quello del Telesoccorso, co-finanziato dalla Comunità Europea tramite i POR Campania, misura 4-11, al fine di sperimentare nuovi modelli di prevenzione e assistenza sanitaria per rendere più incisiva l’attività sul territorio e portare assistenza anche nei luoghi più impervi. Il progetto, quindi, dovrebbe assicurare una migliore e più rapida risposta alle aspettative dei pazienti; razionalizzare le spese sanitarie e sociali; evitare ricoveri impropri e ingiustificate degenze, ridurre i tempi di ospedalizzazione e, quindi, i tempi di degenza e liste di attesa. Finalità lodevoli, rimaste, però, sulla carta- nel comune dell’Alto casertano- location dell’ennesimo scandalo in atto sotto gli occhi di migliaia e migliaia di persone. Tre “Car-Telesoccorso” che rappresentano un vero pronto soccorso su quattro ruote. Tre camper supertecnologici, che dovrebbero essere dotati delle più moderne attrezzature (laboratori di analisi e diagnostica per immagini)- per la diagnosi precoce di numerose patologie in branche che vanno dalla cardiologia alla ginecologia ed all’ortopedia. Dotati di collegamenti telematici Isdn e satellitari, questi ospedali mobili dovrebbero costituire un vero e proprio avamposto dell’assistenza sanitaria, in grado di fornire risposte in tempo reale anche grazie al tele consulto di luminari del Servizio Sanitario Nazionale distanti centinaia di chilometri. Dovrebbero! Eh, si. Dovrebbero. Perché i tre costosissimi camper – acquistati con soldi pubblici – sono fermi, abbandonati da anni (nel senso che non hanno mai visto un paziente, ma ripetutamente sballottati a spinta, essendo “partite” le batterie, nell’ambito ospedaliero, perché, a quanto appreso, oscuravano la luminosità degli uffici o compromettevano il piano di evacuazione) – comprati, mai utilizzati – per incomprensibili e schizofreniche decisioni di chi gestisce la sanità in Campania. Una sanità, evidentemente, con elettroencefalogramma piatto- se si permette questo tipo di sprechi. Attrezzati ospedali su quattro ruote- che dovrebbero rappresentare un risparmio consistente per le disastrate casse del Servizio Sanitario: le visite effettuate a bordo di questi “ospedali” mobili (se funzionanti)- costerebbero molto meno – delle stesse prestazioni effettuate in regime di day hospital- non ingolfando gli ospedali – evitando ricoveri superflui e costosissimi per semplici prestazioni. “Per il  Progetto Telesoccorso -che coinvolge 14 comuni (ambito C6)- non è stato facile mettere d’accordo tanti sindaci – siamo, però in dirittura di arrivo, dal 19 febbraio, da Roccamonfina – questi mezzi inizieranno ad operare”- la risposta di Accinni (uscito dall’ospedale con il camice di servizio e fumando tranquillamente) – incalzato dalle domande di Mingo. Tutto programmato o, forse, la soluzione è stata trovata nell’arco di qualche ora – con l’arrivo degli inviati del tg satirico più temuto d’Italia? Ma quando saranno stati assunti gli autisti e l’intero ambaradan necessario e, intanto, dove avranno prestato servizio? Misteri che potrebbero essere chiariti grazie alla potenza del tubo catodico! Il servizio potrebbe andare in onda anche questa sera.  

Curiosità, retroscena e particolari inediti della registrazione

Con il notes dietro la troupe di Striscia

Tripudio scontato, per Fabio e Mingo, inviati di Striscia, arrivati a Piedimonte Matese intorno alle ore 10 di martedì 30 gennaio. Caffè al bar della stazione, poi dritti all’ospedale- dove comincia la  venerazione per i due “santi” mediatici. Succede di tutto, completamente travolti dalla gente (affacciata dai balconi): uomini, donne e bambini, stupiti dall’improvvisa apparizione. Il delirio è collettivo, in tanti a stropicciarsi gli occhi, per il “miracolo”.  Miracolo del tubo catodico. Accerchiati, acclamati, osannati a gran voce, a seguire abbracci, baci, ma il dovere li chiama: foto-ricordo e autografi, rimandati a dopo. Li attende il servizio, girato con la consueta professionalità. “Siete forti, vi vediamo ogni sera, continuate così”- il coro ricorrente  della gente che entra ed esce dall’ospedale. “Fabio allora parli?”- grida un giovane- rivolto all’inviato sempre muto- fine autore e redattore Mediaset – che accenna a ridere. Tanti gli SOS- lanciati: una signora disperata- che cerca aiuto per il figlio disabile; operai di una azienda  sulla strada della chiusura; informatori scientifici- vittime di manovre aziendali ed altri. Tutti indirizzati da Fabio al giornalista caiatino- collaboratore dei due- che prende nota – per approfondire e proporre i casi, per le prossime puntate di “Striscia”.

 

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