Incontro su: “Così facevano beneficenza gli antichi”.
Si è svolto presso la sala dell’Associazione Dea Sport Onlus di Bellona un incontro sul tema "La beneficenza nel mondo antico- promesse elettorali e promozione sociale".
Ad introdurre i lavori il professore Umberto Marino. Relatrice Elena Marelli, dottoranda di ricerca in storia antica presso l'ateneo di Bari. La Marelli si interessa di storia antica e principalmente di epigrafia e archeologia della Dacia e conduce le proprie ricerche attraverso soggiorni-studio in Grecia e Romania. Ha curato numerose traduzioni dal romeno all'italiano, pubblicate su riviste specialistiche di storia antica, archeologia e topografia. Coltiva l'interesse per l'archeologia e l'epigrafia romana partecipando a campagne di scavo in Calabria, Sicilia, Romania e Grecia. La "beneficenza degli antichi" è molto diversa dalla "beneficenza dei moderni"- sostiene Elena Marelli. Una delle differenze più notevoli è il fatto che i beneficiari dei doni non erano i poveri, ma la collettività. L'ideale cristiano era del tutto diverso da quello dei rappresentanti dell’ impero romano; sarà presente invece nella tarda antichità. Il termine con cui gli studiosi sono soliti indicare la beneficenza nel mondo antico è l’evergetismo, che indica i doni di un individuo alla collettività. Si tratta di un comportamento che ha origine nella Grecia del IV secolo a. c. e trova il suo apogeo nei primi due secoli dell'impero romano. Anche il concetto di gratuità era estraneo all'evergetismo. I benefattori utilizzavano questa pratica per ottenere le più importanti cariche municipali. I doni dovevano rispondere all'idea della pubblica utilità; per questo motivo quelli più diffusi sono edifici pubblici, giochi, spettacoli, elargizioni di denaro o di alimenti. I documenti principali su cui si fonda l'evergetismo sono le iscrizioni, dalle quali è possibile ricostruire non solo manifestazioni e motivazioni, ma spesso anche la genealogia dei donatori e l'origine delle loro ricchezze.” Concludeva, tra scroscianti applausi, la dottoressa Marelli.