La scomparsa di un amico: Zaccaria Gaudiano
Ricoverato d’urgenza presso l’ospedale San Sebastiano e Sant’ Anna di Caserta, il 39enne Zaccaria Gaudiano da S. Maria La Fossa, non è sopravvissuto all’ictus che gli ha devastato il cervello. Una morte incredibile quanto inaspettata, una morte che non la si può accettare. Non l’accettano la mamma Antonietta né il papà Vincenzo, costretti ad assolvere l’impegno più atroce per i genitori: “accompagnare il proprio figlio al cimitero”. La dipartita di Zaccaria ha lasciato nello sconcerto due comunità: Santa Maria La Fossa, per avergli dato i natali e dove risiedeva; e Bellona, dove lavorava presso il caseificio Elite. Una Città che aveva adottato come sua e dove Zaccaria era molto conosciuto e con tutti aveva stretto un rapporto d’amicizia sincera. Lo avevo incontrato poche volte, non lo conoscevo molto bene, ma sapevo molto di lui, per questo lo stimavo, lo ammiravo e lo consideravo un amico, un vero amico. Mi siedo davanti al PC con rabbia, perché non so cos’altro fare. Perché quando il mondo diventa buio, quando muoiono gli amici, io faccio questo. Scrivo. E un tasto dopo l’altro cerco di fare svanire questo furore, questa rabbia che mi invade. E piango per una morte assurda. Come si può morire a 39 anni? Ci dicono che la medicina ha fatto passi da gigante, ma a noi cosa importa se non è riuscita a salvare Zaccaria? Il largo Santella di Bellona, dove era solito intrattenersi durante le pause dal lavoro, è diventato un luogo cupo. Nessuno vuole continuare senza Zaccaria. Ed il piccolo Vincenzo, un bimbo di 5 anni che abita di fronte al caseificio, con gli occhi colmi di lacrime, non accetta l’idea di non vedere mai più l’amico con il quale si giocava. I suoi colleghi di lavoro sono distrutti dal dolore per aver perso un amico, anzi, un fratello. Ugo, il titolare del caseificio, non riesce a capacitarsi dell’accaduto. E’ incredulo, convinto che tutto sia un sogno, un brutto sogno e che al risveglio tutto ritorna come prima. Purtroppo è una realtà, una terribile realtà. Ciao Zaccaria, ora più che mai, abbiamo tutti bisogno di te. Non abbandonarci. Per quanto si racconti che nessuno muore mai del tutto se altri lo ricordano. Ricordiamo tutti il nostro amico, che non era, ma è.