Gli otto proiettili di Tarantino: perché non sbaglia mai un colpo?
È dagli anni ’90 che Quentin Tarantino, regista, attore e produttore cinematografico statunitense, folgora appassionati di cinema e non, con i suoi otto film elettrizzanti ed estremamente crudi. Partendo dal 1992 con “Le Iene” e concludendo nel 2016 con “The Hateful Eight”, Quentin genera reazioni movimentate fra gli spettatori delle sue creazioni, tali da far divenire personaggi e sceneggiature dei veri e propri pezzi cult, indispensabili, soprattutto fra i giovani, nella cultura moderna. Ma quello che molti si chiedono è come faccia a non sbagliarne mai una. Le sceneggiature sono particolarmente violente e sanguinose, indi per cui attirati maggiormente sono i ragazzi, ma in realtà sotto vi è molto di più. Un cast d’eccezione, composto da vincitori di Oscar e Golden Globes, fra cui il prediletto Samuel L. Jackson, presente in quasi ogni suo film, ed Uma Thurman, vera e propria musa ispiratrice del regista, tanto da fargli perdere la testa. Ma anche Robert De Niro, Brad Pitt, Bruce Willis, questi solo alcuni dei grandi nomi, amici e collaboratori di Tarantino. Sarà questa la ragione? Ancora no. L’inarrestabile ricerca del regista non si ferma alle scene più macabre e cruente possibili, ne tantomeno al cast più stellare che si possa desiderare. Quello che rende un film di Quentin Tarantino “IL” film è la scelta inerente alla colonna sonora. Appassionato di musica sin da bambino, come di cinema d’altronde, Quentin è un grande fan del pop – funk anni ’70: non a caso genere prescelto come colonna sonora nei suoi lavori con tematiche prevalentemente gangster-poliziesche. Dalla musica orientale di “Kill Bill Vol. 1 e 2” , al rock and roll scatenato in “Death Proof: a prova di morte”, Tarantino cambia pezzi a caso come uno jukebox quando meno te lo aspetti, creando spettacolari effetti scenici. Uno dei suoi più grandi progetti realizzati in campo musicale, è sicuramente stata la seconda collaborazione , avvenuta dopo la prima per “Bastardi senza gloria”, col maestro Ennio Morricone nella realizzazione della colonna sonora per il suo l’ultimo film: il già citato precedentemente “The Hateful Eight”. Uno stato di ansia e di inquietudine presenti nel giallo di Tarantino, sono infatti caricati dall’eccezionale soundtrack cupo e misterioso, che ha garantito al compositore italiano L’Oscar 2016 per la migliore colonna sonora. Le scelte dei pezzi perfettamente azzeccate, nella maggior parte appartenenti ad un’epoca che va dai ’60 in giù, e decisamente poco commerciali, hanno fatto si che venissero create delle playlist online e delle raccolte musicali su alcune applicazioni, come Spotify, a nome del regista. Come ha ben trovato Tarantino la chiave per utilizzarla nel migliore dei modi, ancora una volta, per l’atmosfera e la generazione di pathos, vince la musica, che riesce a dare una voce e una sfumatura ad ogni occasione, toccando i sentimenti più oscuri e profondi dell’animo umano.