Freddo polare, massima attenzione agli anziani, i figli portino con loro i genitori
“Con il freddo polare di queste ultime settimane non lasciamo i nostri cari soli, rischiamo di perderli per sempre”. È l’appello che ci sentiamo di lanciare per quest’inverno rigido oltre ogni previsione denunziando la deprecabile abitudine di abbandonare genitori, e i parenti nelle case-ospizio. Riteniamo indispensabile anteporre alla deprecabile piaga dell’abbandono degli animali, quella mirante a sensibilizzare le persone contro l’abbandono degli anziani, lasciati troppo spesso al loro destino negli ospizi, nelle case di cura e nelle abitazioni, abbandonati peggio dei cani da figli e nipoti che si preoccupano di portare in vacanza il loro cagnolino o il loro gattino ma lasciano a casa l’ingombrante nonnetto. Il freddo eccessivo, come quello che registriamo in questo periodo, rappresenta una minaccia soprattutto per la salute degli anziani, delle persone affette da malattie croniche e dei poveri senza tetto. Un'ondata di freddo intenso può provocare patologie acute da freddo: geloni, congelamento, ipotermia, lesioni gravi o anche mortali; si verificano raramente, in particolare quando la temperatura è inferiore a –5°C e/o in presenza di venti gelidi, aggravamento di patologie croniche, specialmente cardiopatie e broncopatie croniche. E molto spesso i nostri cari, che vivono con pensioni da fame, rinunciano ad accendere i termosifoni e tornano a tenere accesi i bracieri, con tutti i rischi che essi comportano. Recenti studi evidenziano anche un sensibile effetto del freddo sulla riacutizzazione della sintomatologia nei soggetti affetti da alcune malattie reumatiche, aumento del rischio di incidenti domestici, anche mortali, causati dal cattivo funzionamento o la scarsa manutenzione di impianti di riscaldamento ed elettrici (es. intossicazioni da monossido di carbonio, folgorazioni). Gli anziani sono più suscettibili agli effetti delle basse temperature per la diminuita risposta del sistema di termoregolazione e la ridotta percezione del freddo. Gli anziani con deficit fisici e/o psichici (come i malati di Alzheimer) sono più a rischio, perché non sono in grado di gestire correttamente il riscaldamento domestico e di adottare comportamenti adeguati. Un episodio di grande freddo, specialmente in ambito urbano, può peggiorare condizioni di salute già precarie e, soprattutto, aggravare patologie croniche quali: malattia cardiovascolare, broncopatia cronica ostruttiva, asma bronchiale, diabete e disturbi neurologici (soprattutto se in trattamento con sostanze psicotrope). I cardiopatici appartengono ad una delle categorie più a rischio, pertanto devono evitare di compiere sforzi eccessivi soprattutto all'aria aperta Le persone con insufficienza respiratoria cronica e gli asmatici devono evitare di respirare aria gelida, esporsi alle intemperie che possono scatenare crisi d'asma o broncospasmo. Un appello, il nostro, che, non solo in questo periodo dell’anno, siamo costretti a registrare, che pone i figli di fronte alle loro gravi responsabilità. Figli e nipoti dalla memoria corta, preferiscono guardare la tv, navigare su Internet, chattare su facebook. Il nonnetto-nonnetta meglio lasciarlo marcire tra le mura anguste della propria casa. Perché il nonnetto dà fastidio, crea “ansia”. Cadono nel dimenticatoio le problematiche di molti anziani lasciati soli nelle città con servizi ridotti al minimo e la difficoltà di provvedere ai bisogni primari come, per esempio, l’ acquisto di generi alimentari e di medicinali salva-vita. Quello degli anziani è un problema molto rilevante in una società, quella di oggi, che, volta ad un continuo e crescente progresso, trascura alcuni aspetti veramente importanti e salienti, che riguardano la nostra esistenza. Ai nostri giorni, gli anziani vengono considerati un incomodo, un peso, una forza inattiva non più in grado di produrre qualcosa. Sono tante le coppie che si liberano dei loro genitori, magari relegandoli in un ospizio e dimenticandoli li, fra quelle mura anguste, perché sono bisognosi di cure e malati. È un gesto vergognoso che attesta quanto sia troppo grande in molti figli l’ingratitudine verso i loro genitori i quali hanno dato loro la vita e sono disposti a dare la loro vita per loro.