Avviso di selezione per tutori volontari per minori non accompagnati
Sul B.U.R.C. nr. 51 del 26 giugno 2017 il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza ha reso noto l’Avviso Pubblico per la selezione dei Tutori Volontari (debbono avere un’età superiore ai 25 anni) volta all’istituzione di un elenco presso i Tribunali per i minorenni della Regione Campania a cui possono essere iscritti privati cittadini, selezionati ed adeguatamente formati dal Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza. Parte, dunque, la macchina operativa per diventare tutore volontario di un minore straniero non accompagnato. In Campania, Lazio, Liguria e nella Provincia Autonoma di Bolzano i garanti per l’infanzia regionali, dopo aver stretto accordi con i tribunali dei minorenni locali, hanno pubblicato l’avviso per raccogliere le disponibilità dei cittadini a diventare tutori volontari, frequentando un corso. Gli avvisi di queste quattro regioni saranno presto seguiti da altri: la legge quadro sull’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (la n. 47/2017) che introduce gli albi dei tutori volontari per minori non accompagnati prevede che essi vengano istituiti entro il 6 agosto 2017. Fra gli 85.170 migranti sbarcati dal 2 gennaio 2017 fino al 4 luglio 2017, ci sono 9.761 minori non accompagnati (dati del Viminale al 27 giugno 2017). L’anno scorso i minori non accompagnati arrivati in Italia furono 25.846. Le procedure di relocation per i minori non accompagnati sono praticamente inesistenti: su 7.396 migranti ricollocati, i minori sono soltanto cinque. Di moltissimi minori si perdono le tracce: i minori stranieri non accompagnati presenti in territorio italiano erano a fine dicembre 17.373. Questo significa che potrebbero servire fino a 17mila tutori volontari, persone che non si limitino a esercitare la responsabilità genitoriale sul minore al posto del sindaco (è quello che accade oggi), ma si prenda cura del minore, dei suoi desideri e bisogni, costruisca insieme a lui un percorso. La legge prevede che per fratelli e sorelle ci sia lo stesso tutore. Tecnicamente il tutore svolge il compito di rappresentanza legale assegnato agli esercenti la potestà genitoriale. Persegue il riconoscimento dei diritti del minore, promuove il suo benessere psico-fisico, vigila sui suoi percorsi di educazione e integrazione, vigila sulle sue condizioni di accoglienza, sicurezza e protezione, amministra eventualmente il suo patrimonio. Si tratta di una figura che è già stata sperimentata in alcune regioni, anche se con poco successo: nei fatti ad oggi è stato preferito il modello della tutela pubblica, affidata al sindaco o un professionista. Con la legge questa buona pratica diventa la norma: ogni Tribunale dei Minorenni deve aprire un albo di tutori volontari, con l’obiettivo che ciascun minore abbia un tutore. Per i ragazzi cambia tutto: il tutore è una figura adulta di riferimento per il ragazzo, che compiere insieme a lui tutte quelle scelte che solitamente si fanno insieme ai genitori, dalla scuola a cui iscriversi alla sanità. Essere tutore non è accogliere in casa ma fare incontri periodici, essere “uno zio”, soprattutto per le decisioni. È una responsabilità, certo, ma l’Italia è piena di persone che si assumono responsabilità grandi anche come volontari. Per i ragazzi davvero cambia tutto. In Campania non è prevista una data di scadenza per la presentazione di domande. È previsto un corso di formazione della durata totale di 30 ore, che verrà svolto presso gli Uffici del Consiglio regionale, con la collaborazione, se necessario, delle Associazione esperte del settore della migrazione e dei minori, degli enti locali e degli ordini professionali. Il corso sarà aperto, in questa fase iniziale, ad un massimo di 75 persone. La nomina a Tutore di un minore non dà alcun diritto a compensi di sorta, così come disposto dall’art. 379, comma 1, del Codice Civile.