L’Italia del sud: non solo terra del sole
Il Sud è la terra del sole, dei paesaggi mozzafiato tanto invidiati ed amati in tutto il mondo, della cultura, di Totò e dei grandi artisti, della pizza e di tanto altro possa desiderare un animo sensibile. Stupiscono molto, proprio in questo periodo critico legato alla pandemia da Coronavirus, le offese di gente che con fare sarcastico pedante ed obsoleto, attraverso parole puerili non esita a denigrare un pezzo della propria Nazione. Non si deve offendere una terra che sa di storia, di tanta storia che ancora oggi racchiude quei valori fortemente radicati in un popolo fiero e leale che vive le proprie origini con orgoglio. Ebbene sì, il Sud è una terra “che parla”, attraverso i monumenti ed i luoghi incantevoli ove alberga il cuore grande dei suoi abitanti. A conclusione della quarantena, quando sarà possibile spostarsi solo all’interno della regione di residenza, un campano continuerà a sorridere perché ha tanto da vivere in questa “terra felix”, nome che appartenne al tempo dei Romani alla Campania, una terra dalla lunga storia ed abitata sin dal II millennio a.C., come testimoniano i numerosi siti archeologici. Gli antichi scavi di Pompei ed Ercolano simbolo di una civiltà fiorente, la Costiera Amalfitana, Capri, Ischia, il Teatro San Carlo di Napoli, La Reggia di Caserta, il Setificio di San Leucio, i “Lumi” napoletani Gaetano Filangieri, Antonio Genovesi, Giambattista Vico, Pietro Giannone, Ferdinando Galiani, l’Università, e si potrebbe aggiungere ancora tanto e tanto altro. Noi campani siamo figli dell’antico Regno delle due Sicilie, quello amministrato dai Borbone di Napoli dal 1734 al 1860, il primo Paese con la più grande industria metalmeccanica d’Italia estesa su una superficie di 34mila metri quadri, l’unica capace di costruire motrici navali e, le Due Sicilie era l’unico Stato della penisola a non dover ricorrere all’aiuto di macchinisti inglesi per la conduzione poiché, dalla sua fondazione, fu istituita la “Scuola degli Alunni Macchinisti”. Il Sud possedeva una flotta mercantile pari ai 4/5 del naviglio italiano ed era la quarta del mondo. In quel periodo erano attivi una quarantina di cantieri di rilevanza e “tanto prosperò il commercio in 30 anni, che nel 1856 solo a Napoli vi erano 25 Compagnie di trasporto, che capitalizzavano oltre 20 milioni di ducati”, e non solo. Il popolo meridionale deriva da quell’orgoglio interiore che continua a pulsare con impeto e che, tra originalità e gioia di vivere, possiede quella grande capacità di rimettersi sempre in gioco, anche nei momenti difficili. Goethe, il grande scrittore tedesco, dopo aver visitato Napoli se ne innamorò, al punto da scrivere: “Oggi mi sono dato alla pazza gioia, dedicando tutto il mio tempo a queste incomparabili bellezze…Roma in confronto a Napoli è come un vecchio monastero mal situato”. Lo scrittore rimase visibilmente attratto da quell’indole sempre felice, nonostante tutto, del cogliere l’attimo. L’aria dolce, il sole ed il profumo della natura, contribuirono e contribuiscono a rendere questa terra ulteriormente speciale, che può essere apprezzata solo da chi possiede un animo nobile ed il gusto del bello.