La narrativa suggestiva: “La ragazza e il monaco”
“La ragazza e il monaco” è un racconto nato dalla fantasia di Adolfo Pastore, un brillante professore di Fisica da sempre appassionato di letteratura, che ha deciso di scrivere un libro dal contenuto misterioso ma legato alla realtà contemporanea, ponendo in risalto quegli aspetti difficili e non, che affiorano nell’ambito dei rapporti sociali. Il libro, scritto con un linguaggio scorrevole, è coinvolgente e gradevole. Di seguito viene riportata l’intervista all’autore.
Professore, qual è il motivo che l’ha spinta a scrivere un libro?
Al di là della mia estrazione culturale di natura scientifica, ho sempre amato la narrativa soprattutto quella di autori stranieri. Qualche volta mi è capitato di scrivere, brevi storie dai contenuti ridanciani che leggevo in privato ad alcuni amici, per creare dei momenti d’ilarità. Su qualche social ho poi incominciato a scrivere una storia inventata, per diletto, proprio trattando alcuni punti del racconto che ho poi deciso di pubblicare, su sollecitazioni di amici che leggevano i miei post. Naturalmente ho dovuto strutturare il percorso narrativo in modo diverso e rispondente a quelli che sono i canoni della narrativa, ispirandomi a tecniche di narrazione di scrittori di cui avevo letto alcuni racconti.
Qual è il contenuto del libro?
È una storia fantastica in cui si narra di un viaggio di una ragazza che, intenta ad aiutare il padre un povero fabbro in difficoltà, deve raggiungere una montagna dove è custodita una pietra magica. La ragazza viene aiutata da un mentore. Tanti gli ostacoli, creati dal cosiddetto principe del male, ovvero dalla parte malefica che purtroppo alberga in molti uomini, da superare.
Da cosa ha tratto ispirazione?
È una narrazione ai confini tra realtà e fantasia, ispirata a storie raccontate da contadini che vivono in un lontano paese trasudante di cultura, folklore e tradizioni. Un racconto popolare intriso di leggenda e verità in cui il fantastico ed il realistico si fondono insieme in un universo immaginario.
Perché ha scelto proprio questa tematica?
Perché il fascino del mistero e la ricerca della verità purtroppo sono celati dalle apparenze.
A chi è destinato il libro?
Credo ad un pubblico adulto. Si presenta come una storia dai contenuti fiabeschi, diventa poi una narrazione da cui emergono aspetti relativi alla natura umana, siano essi positivi o negativi, che possono essere colti da un lettore attento alle tematiche afferenti ai comportamenti degli uomini.
È la sua prima esperienza in ambito narrativo?
Assolutamente sì. Ma è stata per me una bella esperienza formativa, al di là dell’esito.
Oltre alla narrativa, che abbiamo capito essere una sua passione, di cosa si occupa nella vita?
Sono un professore di Fisica, e mi occupo anche di ricerca applicata nell’ambito della depurazione delle acque, in collaborazione con l’Università.