Curti ritira il riso al triciclazolo. Lo segnala il Ministero della Salute
Il Ministero della Salute, a tutela della salute dei consumatori, ha segnalato sul proprio sito Internet, dedicato agli avvisi di richiamo dei prodotti, il richiamo in via precauzionale da parte del produttore di due lotti di riso vialone nano a marchio Curtiriso per presenza oltre i limiti di triciclazolo, il fungicida vietato dal 2016. A dare la notizia una comunicazione del Ministero della Salute, il quale specifica che si tratta dei lotti P22100472, in confezioni da 1 kg con scadenza 08-10-2024 e P22101164 in confezioni da 1 kg (2x500g) e sottovuoto con scadenza 18-10-2024, prodotti nello stabilimento di Via Stazione 113, Valle Lomellina (PV). Il Ministero chiede di «Non consumare e riconsegnare le confezioni presso il punto vendita». La notizia ha ovviamente creato scalpore in questo momento di mercato in tensione, perché si è sospettato che si trattasse di una partita di riso importato. L’industria risiera fa sapere che il ritiro è scattato «a seguito degli autocontrolli che l’azienda effettua regolarmente sui propri prodotti e nei propri stabilimenti di produzione». Avendo appurato l’irregolarità, l’azienda pavese «a scopo precauzionale in data 30 dicembre 2022, ha determinato attraverso il sistema di allerta il richiamo del riso Vialone nano, motivo del richiamo possibile presenza di triciclazolo oltre i limiti di legge». Il triciclazolo è un anticrittogamico molto usato fino a qualche anno fa per contrastare nel riso il parassita brusone, la Piricularia oryzae. Nel 2016, però, è stato vietato in UE perché non è stato possibile escluderne la pericolosità in termini di interferenza endocrina e cancerogenicità. L’azienda esclude che si tratti di riso importato. A questo punto si dovrà appurare se l’agricoltore che ha fornito il riso abbia utilizzato triciclazolo per combattere il brusone e dove se lo sia procurato, o se si tratti, come pare improbabile, di una vecchia partita di risone.