Roccamonfina/Teano: “Volti della Shoah”
L’Associazione Culturale Arcobaleni di Roccamonfina e la Compagnia teatrale amatoriale “I figli di Tanì”, il 29 gennaio 2024 presenteranno alle ore 10.00 presso l’Auditorium Mons. Tommasiello in Teano “Volti della Shoah”, per riportare ancora una volta alla mente di ognuno, quanto è accaduto durante la Seconda guerra mondiale. L’evento, articolato in due momenti, dapprima prevede un incontro con gli studenti degli Istituti Superiori di Teano e le classi di terza media delle Scuole secondarie di primo grado di Teano e di Roccamonfina, e la partecipazione di Fra’ Adriano Pannozzo OFM, Guardiano del Convento dei Lattani di Roccamonfina e del Prof. Matteo Luigi Napolitano, Docente all’Università del Molise. Per far sì che ci sia una memoria futura, dal 2005 l’Assemblea delle Nazioni Unite ha istituito la data del 27 gennaio come Giornata della Memoria dell’Olocausto in campo internazionale per ricordare le vittime del regime nazista uccise durante la Seconda guerra mondiale. In questa giornata, in cui sono chiamati tutti a ricordare, si ripercorrono quegli anni bui in cui gli ebrei vennero deportati nei campi di concentramento da quegli stessi nazisti che hanno sempre negato le atrocità commesse, diffondendo addirittura documenti falsi come un pamphlet conosciuto come “Protocolli dei Savi Anziani di Sion” in cui sono state riportate notizie cervellotiche che accusavano addirittura gli ebrei di cospirazione. Per una forma di negazionismo che negli ultimi tempi si è diffusa è doveroso raccontare alle nuove generazioni la verità dei fatti storici, ed è proprio “per non dimenticare” che le Compagnie amatoriali FITA (Federazione Italiana Teatro Amatori), ” ‘A Zeza” di Sant’Agnello (NA), Ridiamo insieme di Casagiove (CE), Anema ‘e Core di Alvignano (CE), Samarcanda Teatro di Battipaglia (SA), ed I Figli di Tanì di Roccamonfina (CE), nella seconda parte dell’evento sopra indicato, daranno il loro contributo mettendo in scena presso l’Auditorium Mons. Tommasiello in Teano “Echad Mi Yodea” (Chi ne conosce uno?) di Gaetano Michele Caruso (Tanì). L’opera teatrale è liberamente tratta da un canto popolare ebraico e da un balletto, curato dal coreografo Ohad Naharim; nella rappresentazione si scorgono i volti di tutte quelle anime che attraverso una filastrocca pregna di tanta malinconia, manifestano la verità di sé stessi e le atrocità viste e anche vissute sulla propria pelle nei campi di concentramento. Il messaggio rivolto alle nuove generazioni è quello di non dimenticare quelle deplorevoli pagine di storia e di educare alla pace, alla tolleranza e alla giustizia. La rappresentazione diviene, così, una sorta di “esperimento teatrale”, ed ogni attore “racconta e si coinvolge nelle emozioni dei personaggi creando un ensemble insolito che esprime con passione il proprio Amore per il Teatro, perché, citando uno dei personaggi, Padre Kolbe, …solo l’Amore crea!”.