Lampedusa, paradiso degli immigrati
Questa è la sconcertante storia di Kaleb Mohuane un venditore ambulante di origine egiziana. Per sopravvivere si sposta, con la sua auto stracarica dei più svariati oggetti, da Bellona a Vitulazio, da S. Angelo in Formis a Capua e sono tanti coloro che acquistano i prodotti che egli espone. A Kaleb abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia: “Lasciai l’Egitto nel 2005. Al Cairo facevo il barbiere e guadagnavo abbastanza per vivere onestamente e divertirmi con Fatima, la mia ragazza. Un mio amico aveva sposato la sorella di Fatima ed era emigrato in Germania da dove spediva, ai familiari, ingenti somme di danaro. Mia suocera non faceva altro che elogiare il genero, un modo per dirmi: “lui è un buon marito, tu non vali niente”. Fu così che decisi di seguire le orme di mio cognato, per dimostrare che anche io avrei fatto felice la mia donna. Lasciai l’Egitto e dopo alcuni giorni arrivai a Tobruk. Qui rimasi per tre giorni insieme ad altre 1.200 persone: eritrei, etiopi, somali, tunisini e marocchini. La notte del terzo giorno decidemmo di fuggire con un gommone. Nessuno sapeva usare il timone o leggere la bussola, e restammo due giorni in mare sbattuti tra le tempeste che ridussero il numero dei passeggeri. Dopo tre giorni, notammo le luci di un’isola: era Lampedusa. Appena messo piede a terra, i Carabinieri e la polizia ci condussero al Centro di Accoglienza dove iniziarono le operazioni di identificazione. Dallo scorso gennaio sono sbarcati nell’isola 17.407 immigrati, tre volte la popolazione di Lampedusa. Per attraversare il Mediterraneo, continua Mohuane, bisognava pagare 1.300 dollari Appena sbarcati fummo accolti nel Centro Accoglienza dove ci sottoposero a doccia, disinfestazione e perquisizione. Erano pochi quelli che avevano un documento e molti dichiararono di essere pachistani o iracheni e giuravano di avere meno di venti anni. Gli altri restarono nel Centro per sessanta giorni. Scaduti i due mesi ricevono un foglio di via che li obbliga a lasciare l’Italia entro cinque gironi. Ma nessuno obbedisce e riescono a scappare per svolgere qualsiasi lavoro in altri paesi o città.” Conclude Kabel Mohuane.