Il ‘vaffanculo’ non è più un’offesa.
Nelle riunioni politiche si può dire. Da oggi chi ha problemi con datori di lavoro, conoscenti o parenti potrà fare uno sforzo in meno per controllarsi. Un "vaffanculo" infatti non è più un'offesa: ormai fa parte del linguaggio comune. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, che ha assolto un consigliere comunale di Giulianova (Teramo) dall'accusa di ingiuria perché aveva mandato a quel paese il vicesindaco durante un consiglio comunale. E' stata così ribaltata la precedente sentenza del Tribunale di appello de L'Aquila. Secondo il giudice, ci sono "talune parole e anche frasi che, pur rappresentative di concetti osceni o a carattere sessuale, sono diventate di uso comune e hanno perso il loro carattere offensivo"